Nella pausa forzata impostami dopo l’esplosione della gogna mediatica del 9 gennaio 2014 mi sono a lungo interrogato su che cosa avesse potuto produrre un simile tsunami che peraltro dopo 3 anni di infruttuoso dibattimento (non è certo con gli appellativi di Supremo, Dominus, Monopolista che si costituiscono le prove di un reato ) non si è arrestato anzi si è arricchito di sempre nuove “onde” alla ricerca del reato.
La risposta mi fu subito chiara. Dietro tutto ciò che stava accadendo ed è accaduto c’era un grande unico Disegno, quello di massacrare me sul piano personale e professionale e distruggere il Gruppo, tutto privato, che ho creato e fatto crescere in 70 anni di esperienza e attività in tutto il mondo nel settore del trattamento industriale per recupero di materie seconde per l’industria dai rifiuti e fare posto a Roma ad altri SOGGETTI.
E così cominciai a parlarne prima e a scriverne poi nello scetticismo dei più fino a pubblicarlo con chiarezza e con il supporto di atti e articoli a pag. 46 del mio secondo libro “Il Processo”: “Quanto è accaduto è stato un Disegno, un Complotto, una Congiura?!..I fatti ricordati,ormai a conoscenza di tanti, sono quelli che sono e parlano da soli; a essi, concorde, si aggiunge da qualche tempo il passaparola della Città che vi individua una Grande Regia poco onorevole ma molto interessata al matrimonio per il trattamento industriale dei rifiuti di Roma”…confermando così che “il Processo doveva disonorare Cerroni e toglierlo di mezzo e permettere all’Acea di presentarsi vergine al programmato matrimonio pubblico con l’AMA che portava in dote i rifiuti della Città” (per leggere e scaricare il libro clicca qui)
Quello scenario che poteva apparire ai più solo una mia teoria, magari interessata, ha trovato conferma nella intervista all’ex Assessora all’Ambiente di Roma Capitale Paola Muraro pubblicata da La Stampa e dal Secolo XIX del 15 febbraio 2017 : “…Premetto che è un vecchio piano studiato da diversi anni dalle amministrazioni precedenti. Prevede nuovi impianti su terreni di Acea e non di Ama. Questo è il vero business. Altro che rifiuti zero… Il business dei rifiuti a Roma vale miliardi. Acea può diventare la multiutility più grande d’Europa”.
Il quadro che la D.ssa Muraro delinea e descrive senza esitazioni fa comprendere come fosse impossibile in un simile contesto consentire a me e al mio Gruppo di restare in scena e continuare a essere leader a Roma.
E poiché sarebbe stato alquanto difficile superarmi dal punto di vista professionale, per esperienza , capacità e spirito di servizio in favore di Roma, che ho servito lodevolmente per oltre mezzo secolo, non si è avuta alcuna esitazione a ricorrere ad altre strade, a costruirmi attorno quel percorso giudiziario per eliminarmi.
Questo Disegno distruttivo, che non accenna a diminuire ha avuto ed ha un “grande cerimoniere” nella persona del Dott.Alberto Galanti, PM che si è dedicato da anni alla “ossessiva” ricerca di un reato da ascrivermi, aprendo, dopo la gogna mediatica del 9 gennaio 2014, fascicoli su fascicoli, procedimenti su procedimenti, sequestri su sequestri, insieme ai suoi periti e consulenti, chiamandomi in causa su atti e fatti ai quali mi sento e sono tecnicamente estraneo.
Un comportamento portato al limite e concretizzatosi da ultimo con il recentissimo assurdo e dannosissimo Commissariamento degli impianti di 12 aziende nel settore ambientale del Lazio, tra cui non potevano ovviamente mancare gli impianti TMB di Malagrotta, ma che ha però “stranamente” escluso i TMB dell’AMA di Rocca Cencia e Salario.
Ho sempre detto di credere alle parole del Presidente della Repubblica, pronunciate il 24 febbraio 2015 a Scandicci in occasione dell’Inaugurazione dei corsi della Scuola Superiore della Magistratura, sulla equità ed imparzialità del giudice e così ho voluto avviare la difesa finale della mia sopravvivenza di uomo e di imprenditore denunciando i fatti in tutte le sedi competenti.
Non dimentichiamo poi che questa offensiva mediatico-giudiziaria ha sì creato a me e al Gruppo danni inenarrabili e, credo ormai, irreparabili ma ha determinato anche quella situazione sotto gli occhi di tutti di disastro e disdoro ambientale della Città, che la stampa di tutto il mondo ha impietosamente definito “una discarica a cielo aperto” e comportato un aumento vertiginoso dei costi economici e ambientali (oltre il 30%, pari a circa 100 milioni di euro all’anno) che ricadono come sempre sull’intera collettività.
Tutto questo nell’indifferenza (eufemismo) di chi dovrebbe per ruolo e competenza essere chiamato a decidere assumendosene la responsabilità.
Nel post “Buon Natale Roma” che ho pubblicato il 23 dicembre su questo stesso blog c’è in sintesi tutta la storia della gestione dei rifiuti di Roma, a partire dal 1964. Come non ammettere oggi che è stata una follia chiudere Malagrotta senza aver prima trovato valide soluzioni alternative da noi individuate e prospettate dall’ottobre 2009 anche in co-gestione con AMA.
Ho scritto anche a tutte le Autorità competenti, ho offerto e proposto soluzioni tecnico-operative individuate per tempo in grado di risolvere i problemi e salvare Roma fino ad arrivare per ultimo alla disponibilità a mettermi da parte insieme al mio Gruppo pur di dare a questa Città il rispetto che merita. E’ stato tutto inutile.
Non mi resta che proseguire la strada intrapresa fiducioso, nonostante tutto, di trovare finalmente un giudice che mi restituisca il rispetto e l’onore che il mio percorso di uomo e di imprenditore merita.
Nota : I miei libri “Storia e cronaca a volo d’angelo sulla monnezza di Roma e del Lazio. Dal 1944 al 9 gennaio 2014.E non solo” e “Il processo“sono pubblicati in questo blog