Mese: Febbraio 2020
La vera storia dei rifiuti di Roma. Forse il ghiaccio comincia a rompersi
Finalmente qualcuno comincia a prendere sul serio il problema drammatico dei rifiuti di Roma e a parlarne senza veli e senza pregiudizi. L’onore al merito va dato al Partito Radicale che sabato 8 febbraio ha organizzato nella sede storica di Via di Torre Argentina a Roma un convegno dal titolo “Chi ha paura dei termovalorizzatori? La situazione dei rifiuti a Roma e nel Lazio”. Invitati dal segretario Maurizio Turco, che ha organizzato e introdotto il dibattito, c’erano Paola Muraro, Guido Bertolaso, Donato Robilotta e Primo Mastrantoni che hanno dato alla platea, molto affollata, qualificata e interessata, e agli ascoltatori di Radio Radicale, che ha trasmesso in diretta tutto l’incontro, una visione finalmente “vera” di come stanno le cose e di quali sono state e sono le ragioni che hanno portato Roma al disastro di oggi.
Dritta al problema Paola Muraro che, ricordando la sua esperienza di Assessore all’Ambiente del Comune di Roma, ha ripetuto più volte che senza impianti non si va da nessuna parte, citando anche quegli impianti che da tempo sono bloccati, come il Gassificatore di Malagrotta e il Tmb di Guidonia. Impianti realizzati e autorizzati e che “per motivi incomprensibili non si riesce ad attivare”.
Donato Robilotta, ex Consigliere Regionale e esperto di rifiuti, ha puntato il suo intervento sul ruolo della politica che ha fatto dei rifiuti una “merce di scambio elettorale” senza preoccuparsi né delle conseguenze economiche né di quelle ambientali, pur di non turbare i fragili equilibri elettorali dei territori: “una politica che non vuole e non riesce a decidere e che ha trasformato l’opinione dei comitati, sopravvalutati rispetto alla loro reale rappresentatività, in un Tribunale delle decisioni finali, pur non avendo alcuna competenza scientifica e tecnica”.
A questo proposito interessante, chiaro e senza veli l’intervento di Guido Bertolaso, ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Capo della Protezione Civile, che ha ricordato la sua esperienza a Napoli e in Campania, con i decreti del Governo che consentirono la realizzazione del Termovalorizzatore di Acerra, grazie al quale la Campania e Napoli uscirono da una emergenza drammatica.
Io ero stato invitato a partecipare e ho seguito con attenzione tutto il dibattito rendendomi conto che pochi tra i presenti in sala, nonostante quasi tutti del settore, avevano avuto modo di leggere il mio intervento a pagamento sul Tempo del 30 gennaio, pubblicato anche su questo blog lo stesso giorno che, non a caso, avevo intitolato “Progetto Roma” e che riportava dettagliatamente gli impianti realizzati, autorizzati e proposti che avrebbero potuto, e potrebbero ancora, portare Roma all’autosufficienza fino all’eccellenza nel settore. Chi segue questo blog sa anche che ho costantemente informato e sollecitato tutti i responsabili ad intervenire ma ogni mio appello, ogni mia Supplica ed ogni mia proposta concreta di soluzione al problema è rimasto senza risposta e senza risultato con la situazione che da 4 anni è andata peggiorando di giorno in giorno.
Nessuno ha mai voluto spiegare, non certo a me, ma ai Romani, perché Roma sia in queste condizioni e perché gli impianti realizzati ed autorizzati non vengano utilizzati al servizio della Città. Ho tenuto informato in questi anni anche il Presidente della Repubblica a cui ho scritto più volte fino alla ultima lettera del 10 gennaio scorso della quale ho voluto leggere, nel mio intervento, la parte conclusiva di pag .18.
Uscendo, più di qualcuno, quasi tutti operatori o conoscitori del settore, mi ha rivolto la stessa richiesta: “Avvocato, perché non pubblica integralmente la Lettera al Presidente dando così a TUTTI l’opportunità di avere e capire il quadro completo di questa assurda vicenda dalla quale sembra impossibile uscire?”
Ho riflettuto a lungo e ho deciso di accogliere il loro suggerimento. Amicus Plato sed magis amica Veritas! E allora pubblico qui integralmente il testo della Lettera al Presidente Mattarella sperando che aggiunga un altro contributo al percorso di “verità” che il Convegno di sabato sembra abbia finalmente avviato.