Autore: redazione

Caro Ing. Fortini, mi chiedo se mai Lei e il Sindaco deciderete di ammettere una buona volta ciò che Malagrotta ha realmente rappresentato per Roma.

 

Ing. Daniele Fortini

Presidente AMA S.p.A

Via Calderon de la Barca 87

00142 Roma

 

Roma, 25 novembre 2014

 

 

Caro Presidente,

 

ho letto sulle agenzie il resoconto delle sue dichiarazioni rilasciate dinanzi alla Commissione Trasparenza di Roma Capitale e ho visto che non perde occasione per attaccare me ed il mio Gruppo.

 

Vedo che continua ad insistere sulla nostra capacità di condizionare le leve della gestione del ciclo dei rifiuti della Capitale sottendendo questa volta (in altre occasioni è stato molto più esplicito e diretto) quel concetto di monopolio che tante volte ha attribuito a me e al mio Gruppo.

 

Mi chiedo se arriverà il momento in cui rappresenterà una buona volta la vera essenza di questo presunto e deprecato monopolio descrivendolo e quantificandolo nei fatti e soprattutto con le cifre alla mano.

 

Cifre e numeri che, se analizzati con obiettività e trasparenza, renderebbero chiaro a tutti che si è trattato di un “monopolio alla rovescia”, in favore cioè dei cittadini visto che la nostre tariffe sono sempre state, in tutti gli anni di attività di Malagrotta, irrisorie rispetto a quelle praticate, su tutto il mercato nazionale e internazionale, con un risparmio da me quantificato in miliardi di euro!

 

Se poi raffrontiamo le tariffe (e io ci sto lavorando) praticate a Genova, città tanto cara al nostro amato Sindaco, nella discarica (pubblica) di Scarpino, che più di ogni altra in Italia è raffrontabile a Roma per le ragioni più volte rappresentate, il risparmio sarebbe di gran lunga superiore. Eppure, caro Presidente, nessuno ha mai protestato contro quel monopolista.

 

La risposta è chiara a tutti: si tratta di un monopolio pubblico, esercitato da un’azienda municipalizzata che ha dalla sua una rete di protezione che non può avere un imprenditore privato che dinanzi a situazioni oggettive come quelle di Genova sarebbe stato a dir poco crocifisso!

 

Lei che è uomo e manager esperto di questo settore sa bene che lo smaltimento dei rifiuti si misura su due voci: servizio e prezzo. E proprio per questo Malagrotta, che per trenta anni ha garantito il Servizio ad un prezzo irrisorio, smaltendo incessantemente giorno e notte i rifiuti e i fanghi della Città e non solo, ha il pieno diritto di fregiarsi di essere stata, nei fatti, “la fortuna e la salvezza di Roma”. E la Corte di Giustizia Europea, a cui Lei da ultimo ha prospetto di rivolgersi dopo l’esposto alla Procura, non può nel panorama italiano ed europeo del trentennio trascorso nel trattamento dei rifiuti che darcene atto e compiacersene per il lavoro da noi svolto per la Città.

 

E in proposito mi chiedo se mai Lei e il Sindaco deciderete di ammettere una buona volta ciò che Malagrotta ha realmente rappresentato per Roma.

 

Oggi è sempre più chiaro ed evidente a tutti che il percorso che Roma vuole intraprendere è quello di un matrimonio pubblico nella gestione dei rifiuti tra AMA ed ACEA.

 

Non è questa le sede per parlare di regole di correttezza e concorrenza ma Le esprimo ancora una volta, al di là degli interessi di imprenditore privato, le mie remore e preoccupazioni di fronte all’ipotesi di gestione pubblica di un settore così delicato e sensibile come quello dei rifiuti anche alla luce della amara esperienza che Roma ha avuto alla fine degli anni ‘70.

 

Ogni volta che il pubblico si è “cimentato” a gestire ha fatto solo danni portando con sé gravissimi disservizi e costi astronomici per la collettività.

 

D’altronde Roma dopo quattordici mesi dalla chiusura della discarica di Malagrotta sulla sua pelle ha sperimentato e sta sperimentando la complessità che comporta lo smaltimento dei rifiuti per carenza di impianti e della discarica di servizio e collocare in varie Regioni italiane centinaia di migliaia di tonnellate tra CDR, FOS e residui di lavorazione con danni ambientali e costi rilevanti non più sostenibili.

È da più di cinque anni che in tutte le sedi sollevo il problema della necessità assoluta della discarica di servizio e prospetto soluzioni anche d’intesa con l’AMA. A tal proposito vorrei ricordare che la normativa di cui alla lettera b comma 5 dell’art. 201 del D.Lgs. 152/06, secondo cui in ogni ambito è garantita la presenza di… una discarica di servizio, è tuttora in vigore ai sensi dell’art. 2, comma 186 bis della legge 191/2009 e s.m.i: questo significa che ci troviamo di fronte oltre tutto a precise inadempienze di legge, che impone che ogni bacino abbia obbligatoriamente una discarica di servizio e ciò, ovviamente, anche per Roma e Provincia; obbligo dimostrato dall’OPCM n. 3963 del 6/9/2011 che, appunto, nel nome della ineludibilità di una discarica anche per Roma fa addirittura nominato un Commissario dotato di poteri extra ordinem, e che solo la negligenza (eufemismo) del Presidente della Regione e del Sindaco di Roma e dei rispettivi tecnici e collaboratori potevano permettere la chiusura della discarica di servizio di Roma (Malagrotta) senza aver prima assicurato e realizzato una valida soluzione alternativa. I danni ambientali ed economici rilevanti che ne sono derivati e ne derivano potrebbero un giorno essere esaminati responsabilmente anche in sede erariale.

 

Per finire vorrei ricordare che la raccolta differenziata non è la panacea per un corretto e completo smaltimento dei rifiuti e che a Roma la situazione che si è determinata non fa onore al decoro della Città a monte va rivista e riorganizzata e a valle necessita di adeguati impianti di lavorazione senza i quali non ha senso e tutto è irrazionale e oneroso.

Lei sa anche che tutti questi problemi io (e il mio Gruppo) li abbiamo trattati industrialmente e risolti per intero positivamente già dagli anni ’60, li abbiamo riportati in un documentario “Vanno si trasformano e tornano” che in sei lingue è stato proiettato in ogni dove facendo conoscere ed apprezzare al mondo intero l’utilità del recupero (oggi riciclo) dei sottoprodotti presenti nei rifiuti per essere riutilizzati nell’industria come materie seconde, e che per Roma sono sempre pronto a mettere a disposizione la mia esperienza.

Per il resto, e particolarmente per la correttezza del bilancio AMA e per le peculiari giustificazioni date nelle Sue dichiarazioni alle relative scelte: no comment.

Ora a me resta solo completare il raffronto delle tariffe Roma/Genova e farglielo avere per chiudere definitivamente il cerchio.

La saluto molto cordialmente.

Manlio Cerroni

Signor Sindaco, lei insiste con la storia del “dominio monopolista” e io ho il dovere di continuare con le precisazioni.

Signor Sindaco,

L’ho sentita venerdì sera a “Otto e Mezzo” su La 7 parlare dei problemi di Roma. Al solito non ha perso l’occasione di vantarsi per l’ennesima volta di aver posto fine, con la chiusura di Malagrotta, al dominio del “signore monopolista” dei rifiuti.

Quel signore monopolista, come Ella ben sa, è il sottoscritto che più volte ha interloquito con Lei su opere e fatti realizzati e che, come ha avuto modo di rappresentare e documentare pubblicamente, si vanta di aver montato la discarica di Malagrotta che per 30 anni è stata la fortuna e la salvezza di Roma per aver assicurato un servizio di pubblica utilità a condizioni economiche particolarmente vantaggiose per i romani. Ecco perché noi parliamo invece di “monopolio alla rovescia” a favore e nell’interesse del cittadino romano utente.

E’ quel signore che nel 1964 ha costruito a Roma, primo al mondo, l’impianto di riciclaggio dei rifiuti (Le dice niente Ponte Malnome?); che ha realizzato impianti in tutto il mondo; che il mese scorso ha visitato il cantiere dell’impianto in costruzione a Buenos Aires e che alla fine dell’anno tornerà in Argentina per l’inaugurazione della prima linea (vetrina e modello) che tratterà industrialmente 1.100 ton/giorno; che in un quinquennio dovrà realizzare impianti per trattare industrialmente 5.000 ton/giorno e alleggerire così la discarica di Norte III (Benito Roggio) dove vengono conferite e smaltite 17.000 ton/giorno di rifiuti urbani prodotti dalla grande Buenos Aires.

Se proprio sente il bisogno di parlare di soggetti monopolistici che smaltiscono i rifiuti per discarica, più correttamente potrebbe parlare della signora monopolista AMIU, l’azienda pubblica della Sua Genova che, nella discarica di Scarpino smaltisce dal 1967 i rifiuti indifferenziati (tal quali) della città e di altri comuni liguri ad un prezzo più che doppio di quello di Roma.

Ma già, dimenticavo di dire che la monopolista AMIU è un’azienda municipalizzata e che, quindi….tutto va bene madama la marchesa!

NON HO NESSUNA VOGLIA DI POLEMIZZARE. IO PER IL MIO LAVORO GUARDO FATTI E NUMERI.

Roma, 2 ottobre 2014

All’ Agenzia Dire

Ho letto le Vs. 4 domande e, come ho avuto occasione di dirVi per telefono, non ho nessuna voglia di polemizzare e tanto meno recriminare.

Io per il mio lavoro guardo fatti e numeri e conseguentemente solo dopo la realizzazione dei programmi capitolini sugli ecodistretti e fatti i dovuti riscontri potrò esprimere un giudizio.

Io oggi so che, con la chiusura di Malagrotta, abbiamo mandato in turismo per l’Italia tra CDR, FOS e residui di lavorazione circa 1 milione di tonnellate di materiali con costi notevoli e danni ambientali rilevanti per la collettività.

Con la discarica di servizio per la quale nella prospettiva della chiusura di Malagrotta abbiamo richiesto una soluzione alternativa fin dall’ottobre del 2009 e sollecitato presso gli Uffici Competenti e con il completamento degli impianti autorizzati e avviati, anch’essi sollecitati, turismo e costi non ci sarebbero stati.

Manlio Cerroni

Caro Marino a S.Francisco la discarica c’è dal 1964

Un anno fa Roma Uno TV fece un servizio sul modello ”zero rifiuti” di S.Francisco, intervistando proprio Jack Macy, direttore del programma ZeroWaste. Oggi Macy incontrerà il Sindaco Marino.
San Francisco dispone dal 1964 di una sua discarica di servizio, distante 80 km dalla città, dove viene conferito il 20% circa dei rifiuti prodotti.
Quindi nonostante un altissimo livello di raccolta differenziata e un modello ecologico riconosciuto in tutto il mondo,  a San Francisco è necessaria una discarica. Cosa succederà a Roma dove i livelli di recupero sono molto inferiori? 

 

Lettera a Corrado Carrubba

 

 

carrubbaL’archiviazione della posizione di Ermolli cambia radicalmente la situazione processuale. ”Il processo per me è concluso” perché, per ammissione della stessa Procura, è caduto quello che poteva considerarsi il pilastro, l’unico, a sostegno del Teorema del Supremo, come tessitore  di chissà quali trame.

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