Ho letto sulla stampa cittadina che a seguito del precontenzioso comunitario (pilot) sulla chiusura e la fase post-operativa di Malagrotta, i lavori di capping saranno affidati dalla Regione Lazio al Commissario Unico della Presidenza del Consiglio.
In proposito vorrei precisare quanto segue:
Sul capping per la chiusura finale della discarica di Malagrotta esiste già da anni un articolato Progetto approvato dall’Amministrazione che prevedeva la chiusura progressiva dei vari lotti costituenti la discarica. Per Malagrotta è stato presentato infatti fin dal 2007 un primo progetto di riqualificazione e rispristino ambientale per trasformare l’area della discarica in un Parco Naturale con oltre 340 mila piante messa a dimora in grado di assorbire ogni anno circa 800 mila tonnellate di anidride carbonica restituendo ossigeno alla Città. Avevamo chiamato il progetto “Central Park a Malagrotta” ispirandoci al famoso Parco cittadino di New York, nato proprio sulla vecchia discarica di quella città, di cui non solo era stato realizzato un imponente plastico per rappresentare l’opera ma è stato addirittura realizzato a modello e chiuso il Lotto L (il più piccolo dei 10 lotti di cui è composta la discarica).
Tale progetto è stato oggetto di una successiva revisione e integrazione che prescindeva dalla realizzazione del Parco Naturale per privilegiare, nella destinazione finale, l’installazione di un complesso fotovoltaico da 100 MW, per vedere così trasformata Malagrotta in Città del Sole.
Per quanto riguarda la tenuta ambientale ricordo che Malagrotta è stata la prima e unica discarica al mondo ad essere dotata del Polder, una vera e propria cintura sanitaria, costruita in cemento e bentonite, innestata su un fondo di argilla naturale, realizzata proprio per evitare ogni rischio di inquinamento delle aree circostanti, un’Opera ciclopica di 110.000 m², che si sviluppa lungo il perimetro della discarica per circa 6 km, su una superficie circoscritta di 161 ettari, che raggiunge una profondità massima di 48 metri e che fa di Malagrotta “un’isola nella Valle Galeria”
La Società, tra l’altro, attende ancora di essere ristorata dei costi sostenuti per la realizzazione di questa imponente opera ambientale così come prescritto dall’art. 10 della Direttiva Europea 1999/31/CE recepito all’art.15 dal D.Lgs. 36/2003.
Questo Programma sarebbe andato e potrebbe ancora andare regolarmente in esecuzione senza alcun contributo pubblico ma con il solo rispetto dei patti contrattuali intercorsi tra E.Giovi e Colari da un lato e AMA SpA e Amministrazione Comunale dall’altro fino a quando, il 27 luglio 2018 (quasi 4 anni fa) è intervenuto inopinatamente il sequestro giudiziario che ci ha estromesso dalla gestione degli impianti trasferendo ogni potere decisionale nelle mani di un Amministratore Giudiziario ed esautorando completamente la proprietà e il management.
Manlio Cerroni
Roma, 26 gennaio 2022