La cronistoria fa emergere la complessità del caso dello smaltimento dei rifiuti a Roma. E’ tempo però di fare considerazioni sulle possibili soluzioni, e sollevare i dubbi sugli ostacoli, politici e tecnici, che non hanno permesso finora di attuare strategie risolutive del problema.
Raccolta, smaltimento, recupero energetico da fonti rinnovabili rappresentano il circuito virtuoso dei rifiuti. Ma a Roma si è sempre fermi alla sola raccolta, ora differenziata ora indifferenziata. Cosa ha impedito che il cerchio del trattamento industriale dei rifiuti si chiudesse?
La proposta. Già dal 2009, quando è stato aperto il cantiere per la costruzione del gassificatore ad Albano, con la costituzione ad hoc della società COEMA, era possibile percorrere una strada che avrebbe risolto in modo definitivo la questione in 2 anni:
- Realizzare 4 impianti TMB (Trattamento biologico meccanico), di cui 2 realizzati da Colari e 2 da Ama
- 2 Gassificatori: 1 a Malagrotta, che già aveva realizzato e gestito la prima linea sperimentale 1 ad Albano cha già ha il cantiere aperto e il know how e tecnologia approvvigionata dal Giappone
- Portare almeno al 40% effettivo la differenziata (oggi, dopo i provvedimenti della Giunta Marino, il Sindaco dichiara sia al 38% e punta ad arrivare al 65% nel 2016)
- Autorizzare e attrezzare di concerto Ama-Colari 1 Nuova discarica di servizio
Una situazione ambigua. Quando è arrivata l’urgenza di intervenire, cioè quando è stata aperta a giugno del 2011 la procedura d’infrazione dalla Commissione Europea per scongiurare la maxi multa, tutti si convinsero che occorreva far girare gli impianti a pieno ritmo e soprattutto disporre di una discarica di servizio. Ma dove? Quale sito scegliere? Già due anni prima, nell’ottobre 2009, Colari aveva presentato 3 domande di autorizzazione alla Regione, per realizzarne una supplementare, ma erano ancora inevase. Ma era chiara da parte dell’allora Presidente della Giunta, Polverini, la volontà di abbattere il monopolio, ma senza soluzioni alternative. Intanto da settembre a novembre 2011, Malagrotta recupera, lavorando giorno e notte, volumetrie per oltre 1.280.000 mc che consentono di tamponare e superare la precarietà del momento. Il tutto senza un euro di finanziamento pubblico, ma con investimenti privati.
Il pasticcio della lista dei siti. A fine 2011 la Regione fornisce la lista dei siti localizzati:
N | Comune | Località |
S1 | ROMA | Corcolle- San Vittorino |
S2 | FIUMICINO(Rm) | Osteriaccia (Via Leopoldi) |
S3 | FIUMICINO(Rm) | Pizzo del Prete- Le Macchiozze |
S4 | RIANO (Rm) | Quadro Alto |
S5 | ROMA | Procoio Vecchio- Pian dell’Olmo |
S6 | ROMA | Monti dell’Ortaccio |
S7 | ROMA | Castel Romano- Quartaccio |
Un quotidiano on line pubblica un’indiscrezione, dalla sera alla mattina era stato sostituito il sito di Allumiere con Corcolle. Due documenti identici vengono pubblicati, il secondo, quello definitivo, riporta questa lista. Cosa ha spinto questa repentina decisione? Si scatenano le polemiche perché la prima scelta cade su un terreno in prossimità di Villa Adriana.
Dopo le dimissioni il Prefetto Pecoraro rilascia dichiarazioni alla stampa, in cui racconta di presunte pressioni che avrebbe subito ”per spezzare il monopolio”, su questa linea si muove anche il Presidente della Giunta, Renata Polverini, che parla di ”poteri occulti”.
Il nuovo prefetto nominato. Sottile, ordina, indipendentemente dai costi, che gli impianti TMB di Colari e Ama lavorino a tutta capacità e trattino 3000 t/b di rifiuti indifferenziati.
Lo sforzo per salvare la città. Riusciamo a rispettare il vincolo Ue, che prevede per il 15 aprile 2013, di conferire in discarica solo rifiuti trattati. Come?
Sono tre gli interventi risolutivi che compiono il miracolo
- Il recupero di volumetrie per 1.280.000 metri cubi a Malagrotta con gli interventi straordinari operati da settembre a novembre 2011
- L’ordine del Commissario Sottile di far girare a pieno ritmo gli impianti TMB anche senza contratto; chiedendo di attivare per l’emergenza anche la 3° linea di riserva a Malagrotta 2;
- La realizzazione a tempo record, con un investimento di circa 12 milioni di euro, dell’impianto di tritovagliatura di Rocca Cencia, capace di ricevere e lavorare 1000 ton/g di rifiuti indifferenziati, separando secco, umido e metalli e avviarli a recupero in impianti anche fuori regione.
Così è stato, con l’avallo e i provvedimenti tempestivi del Commissario Sottile confortato dai pareri positivi di Provincia, Regione, Comune e Ama. Roma è salva, l’emergenza scongiurata e le contestazione dell’Ue, che prevedono una penalità di un milione di euro al giorno, superate