ORA SALVIAMO ROMA DAI RIFIUTI

Il Tar del Lazio ha bocciato l’interdittiva del prefetto sul Consorzio Colari. Era fondata su congetture. Altro che infiltrazioni mafiose! Il Tar ha dovuto prendere atto con grave ritardo di quello che ho ripetuto anche nel mio libro «Storia e Cronaca a volo d’angelo sulla monnezza di Roma e del Lazio dal 1944 al 9 gennaio 2014. E non solo». Oltre al libro ho scritto a tutte le autorità, dal sindaco in su per spiegare come stanno le cose usando l’unico linguaggio che conosco: quello della verità. Le aziende che ho costruito in decenni, in Italia e nel mondo, con tutti i miei collaboratori, capaci ed onesti, sono state sempre un baluardo contro la mafia e tutte le organizzazioni criminali e nello stesso tempo hanno servito notte e giorno Roma e non solo. Lo ho affermato più volte, per quello che poteva valere la mia univoca opinione ma lo ha anche ribadito negli atti la Commissione Parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti nel suo complesso e articolato lavoro sul Lazio. L’interdittiva è stata un danno gravissimo per la mia immagine, per il lavoro di tutti coloro che si sono impegnati in un lavoro durissimo, ma soprattutto per Roma la cui condizione è oggi quella che tutti vedono. Non è facile lavorare e resistere in queste condizioni, abbiamo retto e continuato a lavorare, ed anche adesso, anzi soprattutto adesso, non faremo mancare le nostre idee, e il nostro sostegno alle istituzioni. Inutile aggiungere che le polemiche di questi giorni dimostrano che un futuro sul tema dei rifiuti non si fa nè con le belle parole, nè agitando le manette, nè gettando fango sul lavoro dei privati.
In tutte le metropoli moderne privati ed istituzioni collaborano alla luce del sole. Ovunque ci sono “ecodistretti” ci sono discariche di servizio e termovalorizzatori. Chiunque voglia entrare nel settore del trattamento dei rifiuti deve sapere che si tratta innanzitutto di un servizio, spesso pagato in ritardo, e che per farlo funzionare ci vuole umilità, competenza e trasparenza. Nessuno dimentichi che il primo impianto al mondo di riciclaggio dei rifiuti è stato il nostro nato a Roma nel 1964. Nell’ordinanza del TAR non c’è scritto “perdonaci” ma qualcuno alla fine dovrà pensare almeno a chiedere scusa. Nonostante ciò io rivolgo un appello accorato alle istituzioni, non per me ma per Roma: collaboriamo per salvare la Capitale dal disastro. Non nascondiamo mai la verità ai cittadini facciamo quello che c’è da fare, ma presto.
L’ho scritto proprio in questi ultimi giorni in 5 lettere indirizzate al Sindaco di Roma e pubblicate sul mio blog. Non è possibile pensare di mandare Roma in emergenza. I problemi enormi che Roma si trova oggi ad affrontare debbono preoccupare le Autorità e soprattutto i cittadini e i tecnici che possono in qualche modo contribuire alla loro soluzione. Così non si può andare avanti e tutti dobbiamo ritenerci impegnati a dare una mano.
Manlio Cerroni